Mario Piana | Restauro (ICAR/19)
Luisa Berto | Tecnica delle costruzioni (ICAR/09)
"DENTRO LA STORIA, OLTRE LA STORIA."
ANTICHE ARCHITETTURE PER IL PROGETTO CONTEMPORANEO
obiettivi formativi
L’atelier intende fornire allo studente una consapevolezza critica relativa al significato delle azioni sul costruito, al senso della permanenza del dato materiale nella sua autenticità, all’importanza e al ruolo della conservazione delle testimonianze storiche nella loro complessità e stratificazione, al fine di affrontare in modo coerente i problemi che un’architettura del passato pone nel momento in cui nuove esigenze funzionali e d’uso richiedono adattamenti e trasformazioni, in termini di consolidamento o rafforzamento, modifiche planimetriche e spaziali, adeguamento impiantistico ed anche di progettazione di nuove parti, strutture o manufatti architettonici.
programma
L’Atelier, fondato sull’elaborazione di un progetto d’intervento su un complesso di fabbriche storiche ‘confinate’, affronterà sia gli aspetti del restauro, sia quelli della progettazione di nuovi elementi e parti architettoniche.
L’indagine del complesso oggetto d’intervento, della sua storia e trasformazioni, della sua consistenza materiale, del suo degrado e dissesto verrà documentata ed elaborata in appositi grafici di sintesi diagnostica. Su tale base conoscitiva, valutando le diverse tecniche operative e motivando le scelte effettuate, verranno definite le ipotesi d’intervento, con proposte tese sia alla conservazione dell’esistente, sia all’inserimento/accostamento di dotazioni impiantistiche, di elementi o nuove parti di fabbrica necessari all’uso e alla funzionalità del manufatto.
1 | modulo di Composizione architettonica e urbana - prof. Fernanda De Maio:
In gran parte delle città europee si rendono disponibili aree prima considerate inaccessibili, veri e propri recinti che oggi appaiono come terre di nessuno, anche quando se ne riconosce l’alto valore storico artistico. A questa realtà si aggiunge una sostanziale stagnazione dello sviluppo delle città medie europee a cui non si sottraggono nemmeno le città del nordest italiano. Il corso intende indagare come questi due fenomeni s’intrecciano e possono reciprocamente influenzarsi anche in termini di rilancio di alcune potenzialità presenti nelle città ma offuscate dal degrado, attraverso il progetto di uno di questi recinti in area urbana. Il progetto architettonico degli edifici dovrà dunque provare a ristabilire i nessi urbani e architettonici dei vecchi manufatti presenti nel recinto - che la docenza, a inizio corso, indicherà - e il proprio contesto, ponendo particolare cura nel fornire risposte adeguate dal punto di vista della forma architettonica alle delicate problematiche energetiche, ambientali, e storico artistiche che con il progetto del nuovo manufatto si porranno.
IL PASSATO E' UN PAESE STRANIERO
I quadri specchianti di Michelangelo Pistoletto rivelano al fruitore che si approssima all’opera una molteplicità di questioni, tra queste, una in particolare, appare pertinente con il nostro corso e riguarda il modo d’intendere il rapporto tra passato e futuro nel progetto dell’opera d’arte (o di architettura).
Sulla lamina di acciaio tirata a specchio su cui l’autore, con un procedimento di serigrafia trasferisce oggetti e figure fotografate e successivamente ingrandite e ritagliate a dimensione reale, infatti, il fruitore, all’atto di rispecchiarsi, diventa parte attiva dell’opera e con lui il contesto alle sue spalle. Un contesto, quest’ultimo, che penetra nell’opera e muta e si distorce al mutare della posizione del fruitore e che in questo mobile mutare da conto della ambigua natura del passato, dello scorrere del tempo, in altre parole del senso della storia, di cui diviene evidente la matrice soggettiva. Inoltre una irresistibile voglia di incamminarsi lungo la prospettiva che si proietta nello specchio/porta, in compagnia del personaggio scelto da Pistoletto, si impossessa del fruitore, che in questa sorta di desiderio di movimento intravede una via verso il futuro. Poiché però non è concretamente possibile travalicare lo specchio d’acciaio, istintivamente egli gli volge le spalle e per andare avanti ritorna sui suoi passi. Uno spettatore che osservasse la scena che proietta il quadro specchiante vedrebbe il soggetto/fruitore procedere sempre più dentro quello spazio riflesso, benché nella realtà egli stia tornando indietro da dove era venuto. Il rovesciamento speculare in altre parole mette il fruitore in condizione di procedere verso il futuro assumendo delle responsabilità verso il passato. Guardato in questa prospettiva il passato, allora, diventa un paese straniero, oscillante tra la stabile forma a cui aspira l’individuo, alla ricerca delle proprie radici, e l’incerta traccia che questo rappresenta quale via verso il futuro. Il passato così inteso non si solidifica in un’immagine consolidata, è piuttosto un mutante su cui si proiettano i bisogni di stabilità dell’individuo accanto alle sue visioni verso il futuro.
Questo breve preambolo è necessario per rendere evidente l’atteggiamento che il corso di progettazione architettonica, intende promuovere nei confronti del passato. Un passato che sarà quindi riguardato non tanto, o meglio, non solo, come una storia materiale “maestra di vita” o come fondamento della nostra contemporaneità, ma come uno degli elementi in cui si sostanzia il nostro futuro.
Il corso, in altre parole, privilegerà, attraverso specifiche lezioni e letture il modo in cui il senso di responsabilità nei confronti della storia si incanala nel progetto contemporaneo, nonché le tecniche di composizione e gli approcci progettuali che interpretano la sostanza visionaria, l’energia potenziale di cui sono intrinsecamente cariche le pietre e le architetture delle nostre città millenarie.
Il riferimento ai quadri specchianti di Pistoletto fornisce l’occasione per dare un differente spessore al patrimonio che la storia ci ha lasciato in eredità, a proporlo come uno straordinario dispositivo attraverso cui immaginare il progetto; a ipotizzare che il suo valore non risieda solo nel suo carattere di prova testimoniale, quanto nella sfida, nell’invito a costruire una dialettica attraverso il progetto che renda l’antico partecipe del nuovo e viceversa. Durante le lezioni verranno evidenziati i differenti modi di costruire questa relazione dialettica e il modo in cui a ciascun tipo di relazione compete una forma che si traduce in una precisa scelta strutturale, nei migliori esempi; benché sia necessario chiarire, fin da questa breve introduzione, che la traduzione di una forma in una struttura non ha nulla a che vedere con la sincerità costruttiva e che, anzi ,a volte attraverso magnifiche finzioni o dissimulazioni si realizzano progetti in cui forma e struttura forniscono soluzioni architettoniche di estremo interesse. Anche all’interno di antichi edifici.
2 | modulo di Restauro - prof. M. Piana:
La parte teorica del corso, nell’offrire un panorama sugli orientamenti critici e sul dibattito attuale della disciplina, sarà dedicata al dissesto degli organismi edilizi, ai meccanismi e le forme di degrado dei materiali, alle tecniche del consolidamento strutturale delle membrature murarie, dei sistemi voltati, dei solai lignei e dei telai di copertura, ai metodi di consolidamento, pulitura e protezione dei materiali lapidei, dei laterizi, delle malte, degli intonaci. Attraverso l’illustrazione di casi e interventi significativi di restauro, verranno approfondite alcune tematiche utili ad elaborare il progetto, relative ai sistemi di rilievo e indagine stratigrafica, alle analisi strutturali, chimico-fisiche e alla diagnostica non distruttiva, alla valutazione della compatibilità ed efficacia di materiali, tecniche e metodologie operative e definiti i problemi relativi all’organizzazione del cantiere, alla conduzione dei lavori, alla gestione tecnica e amministrativa dell’intervento.
Il progetto all’Arsenale
All’interno del vasto recinto monumentale ex industriale e solo parzialmente militare dell’Arsenale di Venezia la docenza ha individuato, nella parte nord del complesso, l’area compresa tra le Tese alle Nappe e il canale delle Galeazze quale ambito d’intervento strategico per riflettere sulle questioni poste dall’Atelier nel suo complesso di discipline relative al restauro e consolidamento, alla progettazione architettonica e alla tecnica delle costruzioni.
Un complesso di magazzini - tre di recente ristrutturati per la parte sommitale, due in stato di totale abbandono e ormai privi di copertura - che volgono il fianco sud su un’ampia superficie aperta occupata dagli scali di alaggio rivolti verso la Darsena nuova a est sono gli elementi salienti dell’area. La proposta di questo corso è di osservare il complesso non in se stesso ma in relazione ad altri elementi e manufatti sia interni che esterni al recinto arsenalizio, attraverso la ricerca di punti di osservazione notevoli, modalità di accesso all’area ecc.
Obiettivo del corso è infatti la messa a punto di un manufatto complesso non solo per ciò che attiene le interazioni concrete con i manufatti antichi presenti ma anche quale dispositivo urbano capace di aprire l’Arsenale alla città.
Benché il piano per l’Arsenale preveda per quest’area un centro eventi si ritiene utile, per la composizione di nuovi e antichi volumi in un edificio articolato, precisare alcune possibili destinazioni d’uso - suscettibili di modifiche ove vengano reputate appropriate le proposte alternative fatte dagli studenti.
modalità di verifica dell'apprendimento
Esame collegiale degli elaborati di progetto e discussione orale.
testi di riferimento
prof. F. De Maio | Composizione architettonica e urbana:
bibliografia generale:
- M. Biraghi, A. Ferlenga, Architettura del Novecento, vol.I,II,III, Einaudi, 2012-2013
- Aldo Rossi, L’architettura della città, Clup, Milano, 2004
- Colin Rowe e Fred Koetter, Collage City, Mit press, 1981
- Kevin Lynch, L’immagine della città, Marsilio, 2006
- Venturi, Rauch e Scott Brown, Imparare da Las Vegas, Quodlibet, 2010
- Reyner Banham, Los Angeles. L’architettura di quattro ecologie, Einaudi, 2009
- Erik Gunnar Asplund, Architettura e città, Do.do2, a cura di Loris Dal Pos, Università IUAV di Venezia, Venezia, 2009
- Lucio Costa, Brasilia Plano Piloto, Do.do4, a cura di Martino Tattara, Do.Do. Università IUAV di Venezia, Venezia, 2010
- Catalogo della X Mostra Internazionale d’Architettura “Città, architettura e società” della Biennale di Venezia, Marsilio, 2006
- AA.VV., La rinascita dell’Arsenale. La fabbrica che si trasforma, a cura di Ambra Dina, Venezia, Marsilio, 2004
- Robert, Venturi, Complessità e contraddizione in architettura, Dedalo, Bari, 1980
- Rafael Moneo, Inquietudine teorica e strategia progettuale nell’opera di otto architetti contemporanei, Electa, Milano, 2005
- Rafael Moneo, La solitudine degli edifici e altri scritti, Umberto Allemandi, 1999
- Roberto Burle Marx, Un progetto per il paesaggio, Do.Do1, a cura di Barbara Boifava e Matteo D’Ambros, Do.do. Università IUAV di Venezia, Venezia, 2009
- Peter Behrens, Inediti 1900-1920, Do.Do3, a cura di Alessandra Moro, Do.do. Università IUAV di Venezia, Venezia, 2010
- Etienne Louis Boullè, Architettura. Saggio sull’arte, a cura di Alberto Ferlenga, Einaudi, 2005
- Luis Moreno Mansilla, Apuntes de viaje al interior del tiempo, Barcelona, 2002
- Fernanda De Maio, Dentro il tempo: il Bilderatlas di L.M.Mansilla, tratto da Engramma n.100, settembre-ottobre 2012
classificazione delle murature e delle superfici:
- R. Parenti 1987, Una proposta di classificazione tipologica delle murature postclassiche, in Conoscenze e sviluppi teorici per la conservazione di sistemi costruttivi tradizionali in muratura, Atti del convegno di Bressanone, Padova 1987, p. 49- 61
- R. Parenti 1988, Sulla possibilità di datazione e di classificazione delle murature, in R. Francovich-R. Parenti (a cura di), Archeologia e restauro dei monumenti, Firenze 1988, p. 280-304
- C. Arcolao 1998, Le ricette del restauro. Malte, intonaci, stucchi dal XV al XIX secolo, Venezia
- C. Varagnoli 1999, La materia degli antichi edifici, in G. Carbonara, Trattato di restauro architettonico, Torino 1999, p. 303-470
- E.C. Harris 1983, Principi di stratigrafia archeologica, Roma
- F. Doglioni-B. Gabbiani 1985, Metodologia per la conoscenza analitica del manufatto edilizio per il controllo tecnico-culturale dell’intervento di restauro, Venezia
- G.P. Brogiolo 1988, Analisi stratigrafica degli elevati, Como
- R. Francovich-R. Parenti 1988 (a cura di), Archeologia e restauro dei monumenti, Firenze
- S. Scarrocchia-R. Spelta (a cura di) 1996, Il progetto di restauro e i suoi strumenti, Venezia
- F. Doglioni 1997, Stratigrafia e restauro. Tra conoscenza e conservazione dell’architettura, Trieste
- Amedeo Bellini (a cura di), Tecniche della conservazione, Milano 1986
- Lorenzo Lazzarini-Marisa Laurenzi Tabassi, Il restauro della pietra, Padova 1986
- Michele Cordaro (a cura di), Diagnosi e progetto per la conservazione dei materiali dell’architettura, Roma 1998
- Giovanni Carbonara (a cura di), Trattato di restauro architettonico, Torino 1999. In particolare Donatella Fiorani, L’invecchiamento e il degrado, p. 297-416, II volume
- Cesare Romeo, Lezione di conservazione dei materiali nell’edilizia storica, Torino 1999
- UNI 11182/2006 – Alterazioni macroscopiche dei materiali lapidei: lessico
- Stefano Musso, Recupero e restauro degli edifici storici. Guida pratica al rilievo e alla diagnostica, 2006
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A.De Savi | A.Dourado | L.Spagnolo |
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A.Lozano Diaz | T.Mazzolini | G.Sarandrea |
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